PENSIONI, FIRMATI I DECRETI SU APE SOCIALE E LAVORATORI PRECOCI
Vanno presentate entro il 15 luglio le domande per beneficiare dell’anticipo pensionistico agevolato, per chi matura i requisiti previsti entro il 2017. Chi li raggiungerà nel corso del 2018, avrà invece tempo fino al 31 marzo dell'anno prossimo. Il premier Paolo Gentiloni ha annunciato con un “Tweet” la firma dei decreti sulle pensioni: “apesociale” e “apeprecoci”. Arriva dunque il pensionamento anticipato per lavoratori in difficoltà e per i precoci, coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni. Si conclude così il lungo iter che ha portato il via libera ai due provvedimenti previsti dalla Legge di Bilancio, cui ora manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ricordiamo brevemente di cosa parliamo.
L’ape sociale. L'Ape, acronimo che sta per Anticipo pensionistico è il progetto sperimentale (durerà sino alla fine del 2018) che consente il prepensionamento a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età. In pratica, si tratta di un’operazione che coinvolge i soggetti che hanno superato il requisito contributivo previsto per la pensione di vecchiaia, distanti non più di tre anni e 7 mesi dal compimento dell’età richiesta per questa prestazione. Due le condizioni stabilite: far valere un minimo di 30 anni di contributi e maturare un trattamento almeno pari a 703 euro (1,4 volte la pensione minima). A differenza dell'Ape cosiddetta volontaria, che prevede un vero e proprio prestito bancario (gravato peraltro da un premio assicurativo), che dovrà essere restituito nell’arco di vent’anni, l’Ape sociale non è altro che un sussidio di accompagnamento alla pensione, entro un tetto di 1.500 euro, interamente a carico dallo Stato: un sussidio elargito a soggetti in stato di bisogno.
Queste le categorie interessate:
1) disoccupati (involontari), che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi;
2) soggetti che assistano, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
3) invalidi civili che presentino una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni, superiore al 74%;
4) lavoratori dipendenti che, al momento della decorrenza dell'indennità, svolgano da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo, e siano in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 36 anni. Le attività professionali di riferimento sono indicate nell’elenco seguente:
1) operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
2) conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
3) conciatori di pelli e di pellicce;
4) conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
5) conduttori di mezzi pesanti e camion;
6) professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
7) addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
8) professori di scuola pre-primaria;
9) facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
10) personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
11) operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti.
Ape precoci. S’intendono “precoci” i lavoratori che possono far valere hanno almeno un anno di contribuzione, riferito a periodi di lavoro effettivo, precedente il compimento del diciannovesimo anno di età. Se il lavoratore risulta disoccupato a seguito della cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento e ha esaurito da almeno tre mesi il supporto fornito dall’Inps, ossia l’indennità di disoccupazione (Naspi), da maggio in poi potrà ottenere la pensione con 41 anni di contribuzione, anziché attendere i regolari 42 anni e 10 mesi. Questo, in sostanza, significa che può anticipare l’uscita dal mondo del lavoro di un anno e 10 mesi (solo 10 mesi se donna). La pensione conseguita con quest’agevolazione non è cumulabile con redditi da lavoro (subordinato o autonomo), per un periodo di tempo corrispondente all’anticipazione. Ad esempio, un pensionato che esce con 41 anni, non potrà lavorare per un periodo successivo alla pensione di 1 anno e 10 mesi se uomo o 10 mesi se donna.
Tempistica. Come detto, le domande per l'accesso all'Ape sociale con i requisiti raggiunti entro il 2017 vanno presentate entro il 15 luglio. Chi li raggiunge nel 2018, dovrà fare domanda entro il 31 marzo del prossimo anno. Nella norma si precisa che "le domande presentate oltre il 15 luglio 2017 e il 31 marzo 2018 e comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione esclusivamente se all'esito del monitoraggio sono disponibili le necessarie risorse finanziarie" (300 milioni per il 2017 e 609 milioni di euro per il 2018).