SPECIALE APE VOLONTARIO
Finalmente al via l’Ape volontario. Dal 13 febbraio l’Inps mette a disposizione sul proprio sito www.inps.it un simulatore on line per il calcolo dell’Anticipo pensionistico, che consentirà di operare una ponderata valutazione della scelta da parte dei lavoratori interessati. Manca ancora, però, una circolare applicativa che l’Inps dovrà emanare nei prossimi giorni.
Tecnicamente denominato Anticipo finanziario a garanzia pensionistica, l’Ape è lo strumento attraverso cui sarà più flessibile l’età di pensionamento, ricorrendo al sistema bancario e assicurativo. Secondo le stime del Governo si rivolgerà a una platea potenziale di circa mezzo milione di persone. Il prezzo per accedere al finanziamento assicurato con una polizza assicurativa, rimborsabile con un rateo ventennale una volta acquisita la pensione, è fissato nei giorni scorsi.
Che cos’è. E’ un progetto sperimentale che durerà sino alla fine del 2019, termine prorogato di un anno dalla Legge di Bilancio 2018, che consente il prepensionamento a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età. A differenza dell’Ape sociale (riservata ad alcune categorie di lavoratori in condizioni disagiate e il cui costo è a carico dello Stato), l’Ape volontario è un vero e proprio prestito oneroso, erogato da una banca in quote mensili per 12 mensilità e garantito dalla pensione di vecchiaia, che il beneficiario otterrà alla maturazione dei requisiti richiesti. In sostanza, il prestito sarà restituito in 260 rate che saranno trattenute dall’Inps al momento del pagamento della pensione compresa la tredicesima mensilità; la restituzione inizierà dal primo accredito della pensione di vecchiaia e ci concluderà dopo 20 anni.
Come si ottiene. Per accedere al prestito è necessario avere, al momento della richiesta, i seguenti requisiti:
1) almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; -
2) maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi;
3) importo della (futura) pensione mensile almeno pari a 1,4 volte il trattamento minimo Inps (710 euro mensili circa, compresa la rata di ammortamento).
Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa, per cui si può anche continuare a versare contributi.
Il prestito viene erogato da un istituto di credito scelto dal lavoratore tra quelli che aderiscono agli accordi-quadro tra i Ministeri del Lavoro e dell’Economia e Abi (Associazione bancaria italiana), e, come detto, dev’essere restituito in un periodo di 20 anni attraverso una trattenuta sulla pensione. E’ inoltre prevista una polizza assicurativa che interviene in caso di decesso dell’interessato.
In sostanza, la banca pagherà un anticipo della pensione sino a un massimo di 43 mesi, in attesa che il lavoratore maturi l'assegno pensionistico con la garanzia che, una volta ottenuta la pensione, l'Inps rimborserà, tramite una trattenuta mensile, all'istituto finanziario le somme comprensive dei relativi interessi per i successivi 20 anni. Il prestito durerà da un minimo di 6 mesi a un massimo di 43 mesi e l'importo che si potrà richiedere oscillerà tra un minimo di 150 euro mensili e un massimo compreso tra il 75 ed il 90% della pensione netta maturata al momento della richiesta di Ape, a seconda dei mesi di anticipo richiesto. Più precisamente, l’importo massimo è così articolato:
1) se l’anticipo è superiore a 3 anni si potrà chiedere fino al 75% della pensione;
2) se è compreso tra 24 e 36 mesi, l’80%;
3) tra 12 e 24 mesi, l’85%;
4) se meno di 12 mesi si arriva al 90%.
Per ottenere l’Ape, il lavoratore deve chiedere innanzitutto all’Inps la certificazione del diritto alla pensione. L’ente di previdenza (entro 60 giorni), verifica i requisiti e comunica al richiedente la data di maturazione dei requisiti anagrafici e l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. Il soggetto interessato, a quel punto, presenta all’Inps la domanda di pensione di vecchiaia e stipula il contratto di prestito con la banca prescelta.
Quanto costerà. Per i primi due mesi i tassi d’interesse saranno del 2,838% in fase di erogazione e del 2,938% sul periodo di ammortamento. Oltre ai tassi d’interesse, però, ci sono da prendere in considerazione altre possibili variabili che sono:
1) la durata;
2) la detrazione del 50% data dallo sconto fiscale;
3) il costo della polizza per il rischio di morte (gli eredi avranno la reversibilità per intero);
4) la commissione del 1,6% di un Fondo di Garanzia.
Riassumendo, l'Ape parte con un tasso annuo nominale lordo (Tan) del 2,838% in fase di erogazione e del 2,938% sul periodo di ammortamento. A questo valore corrisponderà un Tasso annuo effettivo globale (Taeg) lordo compreso tra il 5,89 e il 6,23%, a seconda che venga richiesto un anticipo di 43 o 12 mesi prima della pensione, per un costo al netto del credito fiscale compreso tra il 3,31 e il 3,43%. Non resta altro che chiedersi se ne vale la pena.