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GLI ESODATI CHIEDONO LA RIAPERTURA DELL’OTTAVA SALVAGUARDIA

I circa seimila lavoratori esodati rimasti esclusi dal diritto alla pensione chiedono che nella Legge di Bilancio 2021 venga inserita la riapertura dei termini dell’Ottava salvaguardia.

“L’Ottava salvaguardia è stata incompleta e ha lasciato a terra metà degli aventi diritto”, sottolinea Gabriella Stojan, Coordinatrice del Comitato 6000 esodati esclusihttps://www.facebook.com/search/top?q=comitato%206000%20esodati%20esclusi,  “e l’ultima residua minoranza discriminata cui è stato ingiustamente negato il diritto alla pensione sta combattendo da quattro anni per ottenere la stessa giustizia riconosciuta agli altri circa 145mila già in pensione. Da allora i Governi si sono succeduti, e pure le promesse che ci hanno rimpallati da una Legge di Bilancio all’altra. Ora ci ritroviamo a ridosso della Legge di Bilancio 2021 senza avere ancora certezze sul riconoscimento del nostro diritto previdenziale. La rivendicazione degli ultimi esodati è stata inserita nel Tavolo di lavoro tra Cgil, Cisl e Uil e il Ministero del Lavoro, in cui gli stessi sindacati hanno più volte evidenziato al Governo la massima urgenza della nostra questione;  eppure ancora non ci sono conferme che il testo della Legge di Bilancio contemplerà finalmente la sanatoria dovuta per riconoscere la pensione anche agli ultimi esodati”.

Nonostante siano trascorsi alcuni anni dalla nascita del problema esodati, a tutt’ora si assiste a incredibili balletti di cifre sulla reale consistenza della platea. Gli esodati sono gli ex-lavoratori esclusi dai benefici della legge 11 dicembre 2016, n. 232 a causa del mancato raggiungimento dei requisiti utili al trattamento pensionistico entro i termini temporali previsti nelle relative categorie di appartenenza, non più occupati al 31 dicembre 2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo o che, entro questa data, avevano sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedevano il futuro licenziamento, e che maturano i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2021”.

In base ai dati Inps l’età media degli esodati è di 62 anni e 3 mesi e la contribuzione a malapena arriva a trenta a causa della discontinuità lavorativa che caratterizza molti di loro e che non ha consentito di accedere all’ ottava salvaguardia con le quote. Senza contare che le donne attraverso la salvaguardia, potrebbero ottenere la pensione di vecchiaia a partire dai 61 anni circa di età, mentre ora dovrebbero attenderla fino ai 67 anni. E tanto meno, soprattutto le donne, possono raggiungere la pensione con Quota 100. Avendo lasciato il lavoro anzitempo, a maggior ragione nessun esodato potrebbe rientrare fra i lavoratori precoci non avendo raggiunto i 41 anni di contribuzione. Per altro verso, trattandosi in generale di contribuzioni quanto meno prossime ai 30 anni, un’eventuale inserimento nell’Ape sarebbe molto penalizzante.

Per quanto riguarda il costo della salvaguardia, nel Fondo esodati che a suo tempo era stato appositamente costituito erano rimasti oltre 700 milioni di euro che avrebbero dovuto essere utilizzati per sanare la situazione previdenziale fino all'ultimo esodato  e che, invece, sono stati nelle casse dello Stato e spesi per altri impieghi.

 

www.inps.it