PENSIONE ANTICIPATA, FINE PRIMO TEMPO
Finito il primo tempo della corsa al pensionamento anticipato, le cui richieste dovevano essere inoltrate entro il 15 luglio. In un comunicato stampa di lunedì 17, l’Inps fa sapere che sono state presentate 66.409 domande: 39.777 richieste per l’Ape sociale e 26.632 per la “quota 41” (lavoratori precoci). Richieste soprattutto di genere maschile. Infatti, le donne che hanno presentato la domanda per l'Ape sociale sono state 11.668, contro le 28.109 degli uomini. Le richieste per la certificazione di lavoro precoce, invece, sono state presentate da 22.900 uomini e da 3.732 donne. Quest’ultimo dato dimostra ancora una volta la disparità esistente nel mondo del lavoro, dove non è facile trovare una donna (soprattutto se mamma) con una lunga carriera alle spalle (41 anni di contribuzione). I dati definitivi delle istanze hanno così superato il tetto di 60mila unità previsto per quest'anno. Ma non bisogna scoraggiarsi, perché coloro che raggiungono i previsti requisiti entro il 2017, possono comunque presentare domanda entro il 30 novembre. A questo punto occorrerà fare i conti con le risorse mese a disposizione dalla Legge di Stabilità, e cioè 300 milioni di euro per l’Ape e 360 per la “quota 41”. Nell'elaborazione delle graduatoria, l'Inps darà priorità a coloro che maturano prima il requisito pensionistico, cioè coloro che sono più vicini all'età di vecchiaia, per l'Ape sociale - cioè alla pensione anticipata - nel caso dei lavoratori precoci. E a parità di distanza, la graduatoria sarà ordinata in base a chi prima ha prodotto la domanda (che deve essere prodotta esclusivamente via web). Ma ricordiamo brevemente di cosa parliamo.
Cos’è l’Ape sociale
E’ una delle due misure (l’altra riguarda i cosiddetti lavoratori “precoci”) che consente, per un periodo sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, il pensionamento anticipato ad alcune categorie di lavoratori particolarmente disagiate. Tre le condizioni stabilite: un’età di almeno 63 anni, farne valere almeno 30 di contributi (36 per i lavori gravosi) e maturare un trattamento almeno pari a 703 euro.
A differenza dell'Ape “volontaria” (peraltro non ancora definita), che prevede un prestito bancario (gravato da un premio assicurativo), che dovrà essere restituito nell’arco di 20 anni, la versione sociale rappresenta un sussidio di accompagnamento alla pensione, interamente a carico dello Stato. Pari all’importo del trattamento spettante al momento dell’accesso alla prestazione, nel limite mensile di 1.500 euro (non soggetto a rivalutazione Istat), pagato per 12 mensilità (e non 13 come avviene per la normale pensione). L'Ape sociale è riservata solo ad alcune categorie, più precisamente: i disoccupati (licenziati), che hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione (Naspi) da almeno tre mesi; coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge oppure un parente di primo grado convivente portatore di handicap (legge n. 104/1992) in situazione di gravità; gli invalidi civili che presentino una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni sanitarie, almeno pari al 74% e i dipendenti che, al momento della domanda svolgono da almeno sei anni in via continuativa attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento (operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia, conciatori di pelli, personale viaggiante, infermieri con lavoro organizzato in turni, insegnanti di asilo e operatori ecologici), e siano in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 36 anni.
Precoci
Si intendono “precoci” coloro che possono far valere un minimo di mesi di contribuzione (un anno), riferiti a periodi di lavoro effettivo, che precedono il compimento del 19° anno di età. Pertanto, se il lavoratore risulta disoccupato dopo la cessazione del rapporto per licenziamento, e ha esaurito da almeno tre mesi il supporto fornito dall’Inps, cioè l’indennità di disoccupazione (Naspi), può ottenere la pensione con 41 anni di contribuzione, anziché aspettare i regolari 42 anni e 10 mesi; può quindi anticipare di un anno e dieci mesi (solo dieci mesi se donna) l’uscita dal mondo del lavoro. Anche in questo caso, il pensionamento con 41 anni è consentito solo alle categorie “protette”, le stesse stabilite per l’Ape sociale.
Tempistica
Questa settimana inizia, dunque, la fase di verifica dei requisiti che culminerà con l'elaborazione della graduatoria degli aventi diritti. Entro il 15 ottobre, l'Inps comunicherà ai diretti interessati il riconoscimento delle condizioni per l’accesso al beneficio, con indicazione della prima decorrenza utile, oppure con differimento della decorrenza del trattamento pensionistico a causa dell’insufficiente copertura finanziaria, oppure ancora il rigetto della domanda. Visto l’alto numero delle istanze già presentate, per molti la data di accesso all’anticipo pensionistico potrà quindi essere posticipata al 2018, a meno che il foverno nel frattempo non individui ulteriori risorse.