PENSIONE DI VECCHIAIA: ETÀ FERMA SINO AL 2028
Con molta probabilità, l’età anagrafica della pensione di vecchiaia resterà fissata a 67 anni fino al termine del 2028. Senza nessun adeguamento alla cosiddetta speranza di vita. Il rallentamento (se non il blocco) di quest’ultimo indice, avvenuto durante la fase della pandemia, dovrebbe continuare anche per quasi tutto il resto del decennio. E dunque, a meno di sorprese, secondo l’Istat e la Ragioneria Generale dello Stato potrebbe salire a 67 anni e un mese solo dal primo gennaio 2029.
L’andamento demografico. La certezza dell’andamento indicato sopra arriverà solo nel corso dei prossimi anni. Ma i numeri delle tabelle Istat utilizzate nel cosiddetto "scenario demografico mediano" (base 2022) ripreso dalla Ragioneria, confermano la tesi accennata.
Il ritmo di crescita - o meglio, lo stop - è fissato nero su bianco nella Nota di Aggiornamento al Rapporto n. 24, denominatA Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e sociosanitario ed elaborato dalla stessa Ragioneria.
Lo scenario di oggi e gli adeguamenti. Sappiamo che nel 2024 sono richiesti 67 anni di età anagrafica e 20 di anzianità contributiva per tutte le categorie di lavoratori: uomini e donne, dipendenti pubblici e privati e autonomi. Però l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia è soggetta ad adeguamenti periodici, in funzione dell’andamento della speranza di vita. Questo significa che se questa cresce, aumenta anche la soglia anagrafica da raggiungere per poter accedere alla pensione di vecchiaia.
A partire dal 2019, l’adeguamento avviene con frequenza biennale (in precedenza era invece triennale). Ma è stato o sarà pari a zero per i bienni 2021-2022, 2023-2024 e 2025-2026 perché non si sono registrati aumenti della speranza di vita.
L’ultima versione della regola che presiede al meccanismo, però, prevede che l’adeguamento possa essere al massimo di tre mesi a biennio, con la possibilità di recuperare il mese eccedente in sede di adeguamenti successivi.
Al contrario, se la speranza di vita si riduce o rimane ferma, come è avvenuto durante la pandemia, non scatta nessun aumento dell’età anagrafica. E' quello che accadrà, secondo le previsioni dell’Istat, anche fino al 2028.