PREVIDENZA INTEGRATIVA, AUMENTANO ISCRITTI E RISORSE
Buone notizie dalla previdenza integrativa. Al 30 giugno gli iscritti sono circa 9,8 milioni. In tutto, le adesioni sono 10,9 milioni, con una crescita del 2,3% rispetto al dicembre scorso, e le risorse per le prestazioni si sono attestate a quota 224,4 miliardi, lievitate del 3,9% sul 2023. Questo è quanto si legge nell’ultima ricognizione della Covip, commissione di vigilanza sui fondi pensione.
Segnali di ripresa. In altre parole, nei primi sei mesi del 2024 la previdenza integrativa conferma i segnali di ripresa, già visibili da un anno, dopo le difficoltà patite nel 2022 a causa delle fibrillazioni dei mercati finanziari e dalle ricadute dell’emergenza-pandemia.
Dai documenti Covip emerge che nel primo semestre del 2024, dai fondi negoziali e aperti e dai Pip è stato complessivamente incassato un flusso di contributi maggiore dell’8%, sul corrispondente periodo del 2023. E che per i comparti azionari sono stati riscontrati rendimenti medi del 6,4% nei fondi negoziali, del 7,3% in quelli aperti e al 9,7% nei Pip.
L’authority aggiunge che nelle linee bilanciate i risultati sono stati, sempre in media, pari al 3,1% nei fondi negoziali, al 3,5% in quelli aperti e al 4,5% nei Pip, mentre rendimenti medi "inferiori e, in alcuni casi, prossimi allo zero", sono stati rilevati "per i comparti obbligazionari e garantiti".
Il numero delle adesioni. Nel monitoraggio Covip emerge che il flusso delle adesioni continua, seppur lentamente, a ingrossarsi. Il totale delle “posizioni in essere” delle forme pensionistiche complementari alla fine di giugno 2024 è stato di 10,9 milioni, il 2,3% in più rispetto alla fine del 2023.
"A tali posizioni, che includono anche quelle di coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme corrisponde un totale degli iscritti di 9,790 milioni", afferma l’authority. Che mette anche in evidenza come
la crescita maggiore delle adesioni sia stata registrata nei fondi negoziali: 141.400 unità in più, (+3,5%
rispetto al dicembre 2023), per un totale complessivo di 4,159 milioni.
Le risorse destinate alle prestazioni. Dal dossier emerge poi che il totale delle risorse destinate alle prestazioni è salito a 233 miliardi, in aumento del 3,9% rispetto ai 224,4 di fine 2023.
La Covip osserva che "circa metà dell’incremento è dipeso dall’aumento dei corsi dei titoli in portafoglio; il resto è dovuto ai flussi contributivi al netto delle uscite". L’authority aggiunge che l’attivo netto è di 70,9 miliardi nei fondi negoziali (+4,5% sulla fine dello scorso anno), si attesta a 34,8 in quelli fondi aperti e a 52,2 nei Pip: rispettivamente, il 6,6% e il 4,5% in più nel confronto con la fine del 2023.
Il boom dei fondi aperti. La ricognizione evidenzia che nel corso del primo semestre del 2024 fondi negoziali, aperti e Pip hanno raccolto nel complesso 7,1 miliardi, con un incremento dell’8% dei contributi incassati nell’analogo periodo del 2023.
Una crescita che risulta più sostenuta per i fondi aperti (13,4%).
Buoni i rendimenti. Per quanto riguarda i rendimenti, la commissione di vigilanza afferma che nel "primo semestre del 2024 si conferma in media l’andamento positivo dei risultati, con valori più elevati per le gestioni con una maggiore esposizione azionaria".
Per queste ultime, i rendimenti medi sono pari al 6,4% nei fondi negoziali, al 7,3% in quelli aperti e al 9,7% nei Pip. La Covip aggiunge che nelle linee bilanciate i risultati sono stati, sempre in media, pari al 3,1% nei fondi negoziali, al 3,5% in quelli aperti e al 4,5% nei Pip. "Rendimenti medi inferiori e, in alcuni casi, prossimi allo zero, si rilevano per i comparti obbligazionari e garantiti", si legge ancora nel dossier.
L’authority infine osserva che, valutando le performance degli ultimi dieci anni (da inizio 2014 ai primi sei mesi), i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario (intorno al 4%-4,5%) sono maggiori della rivalutazione del Tfr (2,3%).
La Covip conclude dicendo che nello stesso arco temporale per le linee bilanciate i rendimenti medi sono compresi tra il 2% e il 3%, mentre le garantite e obbligazionarie hanno mostrato risultati medi in prevalenza inferiori all’1%. Le gestioni separate di ramo I dei Pip hanno ottenuto un rendimento medio dell’1,8%.